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Brancolando da un ipermercato cannibale alle marcescenti stazioni di servizio incastonate come carie nella notte, questa silloge d'esordio si prefigge di scandagliare il sistema nervoso di una provincia tanto sfinita quanto universale, alla ricerca del suo scabroso genius loci. Una lingua aspra e tortuosa accompagna, claudicante, le visioni dell'autore attraverso i detriti di un tempo che, nonostante (o in forza di) tutto, conserva barlumi mitici